martedì 29 novembre 2011


Ci si sveglia un mattino e ci si chiede dove si ha sbagliato. Sembra tutto così distante e allo stesso tempo così vicino, dandoti l’illusione che forse puoi ancora cambiare qualcosa. Ci si risveglia come dopo una sbronza; la mente così stanca ed esasperata che un solo pensiero riesce a farsi spazio e a focalizzarsi nella mente, un breve lampo di lucidità ti fa vedere la profondità della sconsolatezza delle proprie azioni. E capisci in un istante che per tutta la vita sei solo scappato da ciò che in realtà amavi di più, solo per paura di perderlo, e che ora, irrevocabilmente, hai perso, ma ancora agogni.

Possono passare ore, giorni, mesi anni e tutto pare così nitido e distinto che non ti accorgi che il ricordo è solo una parte della verità. Che la tua amarezza è infondata e che in realtà hai fatto la cosa giusta. In quei brevi istanti ogni verità è spicciola, frammentata, semplice, ma fuori dal contesto in cui fu vissuto; un solo sguardo casuale da parte di una bella ragazza può provocare rimpianti per anni dove in realtà non vi era nulla. Oppure no? Era forse un contatto mistico dato dagli dei per indicarti la via? La perpetua visione di un possibile presente migliore, l’inutile rimpianto di errori inevitabili. L’irrefrenabile tormento ti perseguiterà fino alla morte. Quale verità nell’istinto? I miei sensi ardono per te, ma tu rimani oltre l’orizzonte.

giovedì 3 novembre 2011

Ancora tu



Sognandoti trascuro la realtà


E mi riduco in povertà


Ma tutt’ora sei la mia musa


Quest’appiglio uso come scusa


Per pensare bene di te


E sentirmi strano senza perché