mercoledì 19 dicembre 2012

Nato stanco


Non mi ricordo la mia nascita, non perché non mi interessava, ma perché dormivo. Io sono tra quelli che sono nati stanchi. Sono tra quelli che si svegliano la mattina ancora assonnati e sbadiglianti, non perché dormono male, ma perché non dormono abbastanza. Non dormono abbastanza perché manca il tempo, il tempo manca perché lavorano troppo e questo perché sono sempre troppo stanchi per mettercisi dietro con impegno. E così le cose si accumulano e devono farle dopo, cioè la sera, prima di andare a letto.
Lo stress è l’unica cosa che mi tiene sveglio: sapere che DEVO fare qualcosa è l’unica cosa che mi da la carica per alzarmi il mattino. D’altra parte mi tiene sveglio anche di notte quando penso che non ho fatto abbastanza. Insomma, la mia vita è un circolo vizioso tra il fare ed il riposare dove la qualità di entrambe le cose peggiorano costantemente. Ma che altro dovrei fare? Vacanza? Con tutto quel che ho da fare! No. Fare meno? Impossibile, ho bisogno di soldi! Il problema sta nella motivazione stessa; oramai mi trascino nella vita sognando di dormire, d’altra parte però, vorrei anche raggiungere qualcosa e quindi come conciliare queste antitesi?
Mi sento tanto un trattore che vuole andare in formula1. Vero, il trattore riesce a spostare tonnellate di materiale, cosa che la macchina da corsa non ci riesce, ma farsi le puttanelle nei box è una esclusiva dei piloti da corsa... Forse dovrei solo ridimensionare le mie aspettative: in fondo farsi una contadinotta in un fienile non è poi così male, anche se non è una modella, ma sto divagando ed il paragone comincia a perdere. Il fatto è che non riesco più a concentrarmi senza caffè, e l’alcool mi da solo una tremenda sonnolenza che mi paralizza, lasciandomi inerte sullo sgabello del bar. Forse dovrei andare a dormire, ma è troppo presto. Forse dovrei lasciar perdere, ma sono troppo giovane. Forse dovrei solo godermi una pausa, ma sono troppo povero.

sabato 15 dicembre 2012

Treno

Come instaurare una comunicazione sul treno?
Occhiate intense, movimenti ampi per attirare l’attenzione oppure rumoreggiare con qualcosa?
Tante possibilità, ma nessuna possibilità
Ormai concentrata sull’I-Phone, ignori il mondo
Maledetta tecnologia individualista
Coi suoi social network anti sociali
La vita è qui, ora, che fluisce intorno a te
Non senti le vibrazioni del treno che ti muove?
Non vedi il paesaggio montuoso coperto di una spessa coltre di neve?
Stupendo ma inutile come dei quadri di Van Gogh appesi in autostrada
Uomini e donne solitari alla ricerca di calore digitale
Dove il cyber affetto si esprime in “mi piace”
In un mondo senza profumi o odori
Senza sapori o rumori e solo qualche pixel di colori
Senza la bellezza dei movimenti transitori;
Imperfetti, ma spontanei tesori
Solo foto di persone in 2D con la risoluzione di qualche Mb
Vite sconosciute condensate in una foto ed un pensiero
Spesso inutile o non vero detto solo a mo’ ciarliero
Ti osservo e non so cosa fare
Senza il tuo nome non ti posso cliccare
E quindi con te non posso flirtare

martedì 27 novembre 2012

La rivolta


Entro nella tua stanzetta sospinto alle spalle da un tetro splendore di calda luce solare che rende il mio elegante vestito scuro simile al nero. Il mio volto nascosto dalla mia stessa ombra sogghigna nel vederti seduta sul letto a fissarmi con determinazione, ma, seppur cerchi di mascherarlo con la tua sfida, noto un briciolo di panico nei tuoi occhi. Mi avvicino lentamente al tuo letto, osservando il tuo respiro che diventa insicuro mentre mi guardi arrotolarmi la camicia sino ai gomiti; tu sai cosa voglio e serri la mascella mentre fatichi a deglutire, la paura si alza nella tua mente come una debole nebbia sopra un silenzioso acquitrino in una gelida mattina autunnale, offuscandoti la mente e nascondendoti ancora una volta la via per la libertà. La Libertà: brillante stella del mattino, luce della vita e fonte di speranza. Luce nel tuo cuore, luce che spezza le catene, luce nei tuoi occhi che ti fa riconoscere le tue pene. Tuttavia la libertà ha un prezzo che ognuno è costretto a pagare: uscire dall’inerzia e combattere!

I tuoi occhi, prima spaventati, or diventano sempre più determinati. Io mi accorgo del repentino cambiamento e ti osservo calcolatore. Lentamente muovi la tua mano fino ad afferrare il cuscino steso dietro di te e con velocità felina me lo scagli contro con tutta la forza che ancora possiedi. Ma il morbido proiettile rimbalza contro le mie braccia alzate come contro un muro e rovina a terra con un soffice tonfo, perdendo una candida piuma che vorticosamente fluttua per l’angusta stanzetta trascinata dalla corrente della tua fuga.

Scatti fuori dalla camera da letto e ti precipiti nella soleggiata anticamera. Ma io ti sono alle calcagna e prima che riesci ad aprire la porta dell’appartamento ti raggiungo con un balzo e ti afferro per il polso. Con forza ti contorco il braccio dietro la schiena e ti schiaccio con la mia mole la faccia contro la porta. Rimani immobile e ansimante mentre io assaporo l’odore dei tuoi capelli sudati e non lavati da tempo. Con gusto ti bacio la spalla e la base del tuo collo per poi risalirlo con la lingua fino all’orecchio. Con la mano libera m’infilo sotto la tua camicetta strappata per tastare il tuo morbido seno ed il tuo capezzolo turgido. La mia eccitazione cresce e i passionali baci si trasformano sempre più in avidi morsi al tuo innocente collo salato. Devo chiudere gli occhi per reprimere l’impulso irrefrenabile di affondare troppo profondamente i miei denti nella tua carne. Il pensiero di lacerarti i tessuti ed assaporarti il sangue mi fa vibrare tutto il corpo mentre combatto la mia personale guerra tra il bene ed il male; la necessità di mantenere un equilibrio nel saziare contemporaneamente il mio demone ed il mio bisogno d’amore.  La mia bramosia mi acceca la mente e mentre la mia mano scivola dal tuo seno più giù verso la pancia tastando l’incavo del tuo ombelico fino al tuo pube coperto ormai da una sottile peluria, mi accorgo di aver lasciato la presa del tuo braccio per slacciarmi i pantaloni.

Con un movimento fluido poggi entrambe le mani sulla porta e ti spingi via da essa come un esplosione, colpendomi con gran forza la faccia con la tua nuca, scaraventandomi così a terra mentre un sapore metallico mi riempie la bocca. Senza perdere un attimo in esitazioni ti giri e cominci a colpirmi ferocemente il volto sanguinante ed l’addome dolorante con i tuoi delicati piedi nudi che spesso baciai nei momenti di passione. Solo a scapito della protezione del mio viso riesco a riparare i miei genitali dalla tua furia liberatoria. Una furia così brutale quanto giusta, in quanto assapori tutto l’odio e la vendetta che si mescolano e bruciano in te come un sole morente prima di una supernova, sino ad esplodere in un ruggito tempestoso che ti consuma l’anima in un battesimo di fiamme. Lasciandoti solo il vuoto dove una volta c’era un sentimento. Con orrore cadi in ginocchio piangendo perché sai che ora sei diventata più simile a me.

mercoledì 21 novembre 2012

La stanzetta


Eri là ad aspettarmi, seduta ansiosa sul letto sfatto nella piccola stanzetta dello sconosciuto condominio. Un angoscia sempre più irrequieta cominciò a pruderti sotto la pelle, ma non perché temevi che non arrivassi, ma perché sapevi che sarei potuto tornare. Fissi la porta senza battere ciglio o contare le ore che passano inosservate nella luce artificiale della cameretta immersa nel gelo del più muto silenzio. Un rumore lontano, qualcuno che sale la tromba delle scale, ti risveglia dal tuo torpore. I tuoi occhi diventano subito acuti, il tuo fiato si accorcia rapidamente, il tuo cuore batte allarmato, ed il tuo seno sobbalza sotto la camicetta strappata nel nostro ultimo incontro ad ogni sensazione di rumore di serratura. L’orecchio si tende sino ad assordarsi del tuo flusso sanguigno che ti pulsa nel cranio. Ma nulla. Chiunque sia, sembra svanito e l’incertezza sul tuo destino cresce ancora di più fino a dissolversi in un silenzioso pianto che riesci però a controllare prima che una lacrima salata ti riga il fragile volto. Dagli iniziali incontri furtivi, quasi romantici, hai solo ancora un distorto ricordo come di un bel sogno finito di soprassalto. Ed ora, ogniqualvolta passo a trovarti non sai mai se ti riserberò parole dolci o fatti amari, se ti amerò devotamente o ti violenterò brutalmente. Sai solo che sei mia. Il mio caldo giocattolo interattivo, senza voce ne anima. La valvola di sfogo per le mie più intime passioni o le mie più fredde depravazioni.

Il tuo respiro si rilassa, seppur il tuo sangue continua a pompare adrenalina nelle tue violacee vene sotto la candida pelle in questo silenzio opprimente, creandoti formicolii in tutto il corpo. Ma sei troppo straziata e stanca per massaggiarti gli arti o alzarti in piedi. Eppure non sei spezzata; rimani seduta, immobile, a sfidare una porta chiusa che ti separa dalla vita.

La Vita: un dolce ricordo di libertà. Anche se non eri mai riuscita a gestire la tua vita all’ora, il mondo là fuori sembra ora senza oppressione o limitazione. Ormai non c’è più nulla nel mondo che ti può spaventare. Tu sei diventata più forte rinchiusa in questa stanzetta, ne sei consapevole. Eppure non riesci a oltrepassare il muro delle tue convinzioni. La disperazione di essere prigioniera di un maniaco, la consapevolezza di non avere “armi” per difenderti e di essere quindi alla mercé della mia statura dominante, la sensazione che una sola mia parola ti possa far cadere tutte le difese e ributtarti nel baratro della inerzia. Là fuori sapresti cosa fare, adesso, ma per giungervi devi affrontare il qui e ora, ma la paura ti paralizza la mente. Ogni tua riflessione striscia lenta e tortuosa come se dovesse scalare un monte sommerso nella gelatina. Solo la speranza di libertà, un pensiero luccicante come una stella nella notte, riesce a tenerti combattiva e a rincuorarti nei momenti peggiori. Non accetterai il tuo destino senza combattere.

Una chiave s’infila nella serratura e gira fino al secondo scatto. Entro nell’anticamera, sai che sono io, i famigliari rumori dei miei passi sulla moquette il rumore delle persiane che si alzano, la luce che comincia a filtrare sotto la tua porta ancora chiusa. Cominci a tremare, ma sopprimi l’impulso di lasciarti andare al panico anche se l’angoscia sta per avere il sopravvento. Non sai cosa succederà, non sai se vivrai o morirai. Preghi solo che il tuo nefasto destino conti qualcosa nel aldilà e che i tuoi peccati vengano lavati dal tuo sangue quotidianamente versato. La vita è cruenta ed i cattivi vincono sempre, perché il male viene tramandato tramite il dolore che inevitabilmente ci accompagna e ci tiranneggia per tutta la vita. Ma bisogna resistere e combattere per quello in cui si crede, anche se morire in una stanza sconosciuta e silenziosa non è peggio che aver sprecato la vita senza conoscere la verità. E la verità è che … la porta si spalancò con un botto facendo entrare la calda luce del Sole e la gelida ombra di una sagoma senza volto.

giovedì 27 settembre 2012

Essere


L’uomo vive meglio quando è felice
Cantare e ballare allunga la vita
La bellezza della natura cura malattie
La socialità ci riempie di gioie e speranze
Eppure siamo così suscettibili alle malinconie
Nonostante  il dolore ci aggrappiamo al lutto
Lo straziante male ci affascina e ci ammalia
Consumando il nostro tempo in tortuosi pensieri
Spingendoci verso una riflessiva solitudine
Che ci rivela le nostre arcane personalità
La fragile impalcatura dietro al nostro apparire
Consapevoli della nostra debolezza ci isoliamo
Apparentemente per difenderci contro gli altri
Dove in realtà è l’unità la vera forza
Una poderosa forza che trascina le masse
Rendendo ancora più vulnerabili i solitari
La voragine del gruppo ci spinge oltre le nostre aspettative
Consumando le nostre fragili personalità
Lasciando solo copie della moda
Private della felicità del proprio IO.

martedì 18 settembre 2012

Mondo perfetto

Corpi nudi, sorrisi ed alcool; questo è il mondo perfetto!
Felicissime di strapparti un dollaro di bocca
Usando come strumento prensile il loro petto
Pur sapendo che è tutto oro che non si tocca
 
Amo queste ragazze
Sì proprio tutte
Dei miei soldi vanno pazze
E non ci sono brutte
 
Un uomo tempo non vuole perdere
Segue l’antico istinto del cacciatore
Vede un buon genoma e lo deve avere
Niente famiglia da allevatore
 
Una botta e ancora via
Verso un'altra dama
E così in perpetuo sia
Soddisfo un’altra brama
 
Trattale con rispetto e pagale il giusto
E riceverai molto di più di un’amante
La soddisfazione carnale a tuo gusto
Anche se è solo fantasia delirante
 
Niente problemi, niente giorni giù
È amare alla mia maniera
Ma non è amore per singolar virtù
È l’amore per la vita intera

mercoledì 8 agosto 2012

Disperazione


I miei pensieri si appannano
Le immagini vanno fuori fuoco
La mente rallenta confusa
Una pressione preme sul cranio
Stancando gli occhi vacui e tristi
Ogni giorno perdo un frammento in più
Una goccia di memoria che evapora
Storia vissuta ma dimenticata
A che serve la vita se non ricordata?
La mia concentrazione cede
Sopraffatto dal nulla
Non ho le energie per contrastarlo
Le mie forze sprecate dallo stress quotidiano
Sono stanco e non c’è più luce
Solo opprimente buio
Accogliente silenzio notturno
Il vuoto solitario di chi ha rinunciato
Di chi ha perso la speranza
Di chi non vede nulla oltre il baratro
Che mi attira sempre più dentro
Chiamandomi per nome
Lo sento e so che sono suo
Lo sono sempre stato
Del resto, non ricordo nient’altro
L’oscurità che tutto inghiotte
Sta per ingoiare anche me

martedì 7 agosto 2012

Il tempo padrone

Il tempo è ciò che conta
Il potenziale che crea
Colui che concede opportunità
 
Ma più si scala la vetta
Meno si ha tempo
E più si è soli
 
La cresta dell’onda è solo un espressione
Dell’esasperazione collettiva
Di coloro che non possono andare oltre
 
La vera vetta è irraggiungibile
Per coloro che sono soli
Solo unendo le forze si arriva oltre
 
Ma la corruzione dei potenti avvelena la complicità
Delegando il lavoro a chi non ha alternative
Calpestando la massa per elevarsi al di sopra di essa

lunedì 6 agosto 2012

Nemico


Non si può più scappare
Ciò che è scritto non cambia
Ed il futuro è destino

Orribile ironia: la morte sono io
Le mie mani m’hanno scavato la fossa
Pensando siano le fondamenta per la vita

La trincea per l’ultima resistenza
È una trappola verso l’oblio dell’esistenza
Perché IO sono il mio peggior nemico

Occhi scuri come la notte


Occhi scuri come la notte
Capelli neri come la morte
Nell’oscurità mi attiri
Con i tuoi languidi sospiri
Spingendomi contro la sorte
Per lasciarmi con le ossa rotte
Dopo le tue frustranti botte
Di devastanti parole accorte
Dette ogni volta che espiri
Tra i tuoi palpitanti respiri
Ti fa sentire più forte
Per le tue estenuanti lotte

lunedì 18 giugno 2012

Domenica

Il giovane corpo rannicchiato sopra le lenzuola sporche
L’aria pesante dopo ore di fantasie porche
Dopo un pomeriggio di sesso in questo caldo afoso
Lontano da quel tetro mondo odioso
I nostri corpi bagnati dal sudore della nostra passione
Ancora spossati dalla nostra intensa unione
La tua figura rigata dalla luce che filtra tra le veneziane
Sveglia in me emozioni famigliarmente umane
Osservo il tuo corpo nudo e mi riempio di tenero amore
Mentre profondamente inalo il tuo meraviglioso odore
Con un dito seguo il profilo del tuo seno morbido
Mentre sospiri ed il tuo corpo si muove languido
Mi domando come tutto questo possa essere vero
E nonostante il caldo mi stringo a te sincero

martedì 12 giugno 2012

Giochi pericolosi


I tuoi scuri occhi da cerbiatto mi guardano con sconcerto mentre faccio irruzione nel bagno delle donne. Le tue mani gocciolanti rimangono a mezzaria tra il lavandino e l’asciugamano mentre mi avvicino con passo deciso verso di te, i miei occhi di ghiaccio puntati su di te, le mie labbra piegate da un sorriso malizioso, bramoso di te. Fai qualche passo indietro ma lì c’è solo un muro, poi, comprendi. Mi guardi con i tuoi scuri occhi brillanti mentre valuti le tue opzioni; un azzardo? Lascio? grido? Rilanci! E prima che io possa vincolarti contro le piastrelle sporche ti butti con forza contro di me facendomi barcollare all’indietro, dovrò essere più cauto, mi guardi con sfida. Ti accontento e ti tiro un finto ceffone verso il tuo grazioso visino che cerchi di parare prontamente, ma ecco la trappola! Ti afferro il polso e ti rigiro costringendoti contro una porticina di un bagno, ma quella era aperta e ci inciampiamo dentro entrambi. Sogghigno mentre chiedo la porta alle nostre spalle con un TUMP e uno STAP. Perfetto! Sei in trappola e lo spazio qui è troppo angusto per sgusciar via dalla mia presa. Con forza di costringo a chinarti e a sorreggerti con la tua mano libera contro il contenitore per l’acqua del WC ed inavvertitamente azioni lo scolo. L’acqua mulina sotto di te mentre ti slaccio i pantaloni e te li abbasso fino alle ginocchia. Vista appetitosa! Allento un po’ la presa sul tuo braccio ma tu cominci subito a dimenarti e mi costringi a fare più forza. Mi abbasso i pantaloni e le mutande lentamente, con una mano, mentre attendi con pazienza, o ansia? Poi finalmente eccomi pronto, poderoso come il manganello con qui ogni tanto vorrei dartele. Posiziono il mio pene tra le tue gambe, lisce e depilate sentendo il calore tra di esse accogliermi. Sento il pene scivolare tra le tue labbra bagnate fino ad accarezzarti il clitoride con la mia cappella. Lo striscio su e giù per il lungo della tua vagina affinché anche l’asta sia ben lubrificata e poi… trattengo il respiro mentre lentamente mi riunisco di nuovo con te. Esalo un debole sospiro mentre mi sento come se una grosso tensione mi abbandonasse e con esso buona parte delle mie forze. Il punto di equilibrio dove bene e male convergono; il punto d’inizio di ogni cammino. Ma è solo la quiete prima della tempesta! Tu già mi stai spronando muovendo il tuo culo e subito riprendo coscienza di me; il demone si è svegliato! Ti lascio il braccio per tenerti meglio ai fianchi e parto subito con dei colpi secchi. Amore/Odio convergono mentre il mio furore cresce e la mia insaziabile brama di te mi costringe ad odiamare il tuo “sacrificio”.  Il ritmo è sostenuto e non mi rendo conto che tu stai gemendo forte, perso nella mia follia. I miei pantaloni sono scivolati completamente a terra e con uno strattone mi libero un piede da esso, in modo da avere più stabilità e slancio.  Con una mano ti prendo per i capelli scuri e ti tiro il tuo viso vicino al mio mentre anch’io mi sporgo in avanti, non è l’angolo migliore per baciarti. Così lascio i tuoi capelli e ti prendo per il seno stringendolo dapprima nella mia mano nella sua interezza poi prendendoti un capezzolo tra le dita e strizzandolo finché non fai un gridolino di dolore; amo il tuo dolore! Ormai sono vicino alla redenzione, ma ho già in mente qualcosa di particolare. Estraggo il mio pene giusto in tempo per premerlo contro il tuo ano e venirci dentro. Poi grazie a questa umidita comincio a penetrarti da lì. Entro sempre di più mentre cerco spasmodicamente di controllare il dolore ed il piacere che mi stai provocando. Tu ti dimeni e protesti ma io non ti sento, stordito dalla mia brama come una trance di un drogato. Entro fino a sentirti completamente contro di me, poi ti tiro su fino a che possa leccarti il collo; dolce come il miele il tuo profumo! Il mio pene ora quasi immobile, solo le mie mani ti accarezzano i seni, la pancia, i fianchi, le gambe, fin dove arrivo. Poi con una mano scivolo tra le tue gambe e mi infilo con due dita tra le tue labbra mentre con l’altra ti stringo forte a me mentre ti tengo per i seni (con la mano sinistra, tengo il seno destro). Lentamente comincio a muovermi, dentro e fuori ma solo di pochi millimetri. Mi chino all’indietro appoggiandomi alla porta trascinandomiti dietro. Scendo anche con l’altra mano e mentre l’anulare ed il medio della destra ti penetrano, l’indice e l’anulare della sinistra ti tengono aperte le labbra mentre il medio ti massaggia il clitoride con dei movimenti circolari. Tu mi gratti la testa e ti accarezzi i seno mentre ti inculo sempre più velocemente. Presto tu sei prossima all’orgasmo ed anch’io. Continuo a penetrarti mentre la mia mente vortica e il demone si fa sempre più intenso e comincio a ringhiare. I tuoi ansiti di piacere si trasformano velocemente in gridolini ogni volta che ti penetro ed ora sei tu che ti sfreghi il clitoride sempre più forte fino a che un grido spezza le mie catene ed il mio ruggito riecheggia nel bagno, più e più volte fino a tenerti in una dolorosa stretta ai fianchi per spingermi in te il più non posso. Tutti i miei muscoli si tendono e gli occhi sembrano voler uscirmi dalle orbite mentre in un ultimo spasmo di piacere ti addento al collo. Paradiso, puro, raggiante, malefico, corrotto, sudicio, istante.

venerdì 11 maggio 2012

La forza

Il lato oscuro della forza si sta intensificando negli ultimi anni, oppure è un impressione che sempre si ha nel presente in cui si vive. Oggi più che mai mi sento spinto a cambiare il fato dell'universo. Ma il veleno della corruzione è in noi e ci ha reso schiavi asuefatti dai soldi. Non è posibile uscirne perchè siamo parte integrante del muro che ci opprime e la paura delle minacce di emarginazione ci spingono a convincere noi stessi e gli altri ad arrendersi alla pressione che sempre più ci autoimponiamo. Nessuna luce verrà a spezzare le nostre catene se non quella del nostro cuore che non ha ancora perso la speranza in un mondo migliore; la liberazione avviene solo attraverso la nostra forza di volontà. Ed è mio volere portare avanti questo progetto!
Ho ancora molto da imparare, ma preferisco soccombere nel tentativo, che arrendermi senza provarci!

giovedì 3 maggio 2012

Bellinzona - Londra


Introduzione:

Corro, tiro, spingo, sposto, organizzo, comprimo, taglio, imposto. Tutto per ottimizzare il tempo. Per poi ritrovarmi all’aeroporto ad aspettare per il maltempo. DIECI ORE di attesa perché piove! Fosse morto qualcuno potrei giustificare la perdita di un giorno di vacanze su tre totali, ma così… il morto lo faccio scappare io! E tutto questo perché hanno costruito un aeroporto nel mezzo di una città dove un colpo di vento può causare una strage.

Cap. 1 Fesso

Come sempre faccio la figura del fesso: per essere puntuale e prendere il primo volo del mattino (7.15 ndr) sono partito la sera prima e ho dormito all’aeroporto. Dormii sulle poltroncine dello Starbucks dove per tutta la notte risuonava una pungente musichetta per evitare che la gente ci dorma. Fortuna, avevo i tappi per le orecchie (le varie melodie includevano un sacco di note molto acute che sentivo comunque). Il sonno veniva interrotto dai barboni che si rigiravano sulle altre poltroncine o dai poliziotti che facevano dei controlli alla gente che dormiva… dopo quattro ore di sonno ristorante andai a fare il check-in, erano le 5.40. aspettai facendo colazione e sognando l’ora che avrei potuto dormire tranquillamente sull’aereo. Alle 7.00 arrivò il primo annuncio: volo in ritardo prossime informazioni alle 8.00. Un ora di ritardo, non è grave rientra nelle previsioni della mia tabella di marcia. Poco prima delle 8.00 cambiano l’annuncio in: volo in ritardo prossime informazioni alle 8.30. Questo non prospetta nulla di buono e comincio a calcolare gli effetti di un prolungato ritardo; secondo programma avrei dovuto essere a Londra per le 7.55, avrei fatto un breve giro con shopping e alle 11.30 sarei andato in stazione a prendere la mia ragazza per un weekend di fuoco. Prima che concludo che probabilmente l’avrei raggiunta direttamente all’hotel arriva l’annuncio che devo recarmi al transfer-desk; il mio volo è stato cancellato.

Cap. 2 Perché l’assassinio è un reato?

Mi informano che il volo è stato cancellato perché a Londra piove. Che scoperta! È l’Inghilterra, ovvio che piove! Ma la hostess non si sbilancia. Il prossimo volo diretto è alle 18 e qualcosa ma non seguo perché sto imprecando mentre ancora parla. Stanco e con le palle girate le faccio gentilmente notare che ho riservato il primo volo del mattino per una ragione: mi propone un volo via Monaco di Baviera che arrivo a Londra già verso le 17. La guardo e mi domando con che coraggio mi dice: già. Intuendo il mio pensiero cerca più freneticamente, dopo qualche minuto mi dice che c’è un collegamento anche via Francoforte e sarei a Londra per le 16. Insisto con minacce velate e non, tuttavia riesce a convincermi che è il massimo che posso ricavare anche se le staccassi un braccio per giocare a golf. Rassegnato accetto, mi danno un buono pranzo per consolazione e me ne vado. Mi siedo su una delle sedie a schiera e fisso il tabellone degli aerei in partenza per Londra per vedere se il mio volo è stato veramente cancellato o si è trattato di un sogno dovuto alla stanchezza. Io mio volo non era più indicato dato che ormai erano le 9.30 ma noto con orrore che gli altri voli per Londra volano tranquillamente. Un violento e indescrivibile impeto d’ira trapassa il mio corpo facendolo tremare: PORCA PUTTANA!

Cap. 3 La soluzione e la causa di tutti i problemi

Con le palle girate, stanco ed il solito strass che mi porto dietro decido di utilizzare al meglio il tempo a disposizione e non dormendo come il mio corpo mi consiglia. Così vado al primo bar decente che incontro a bere e a scrivere perché provarci in queste condizioni è inutile. Per di più il mio umore di deteriora abbastanza in fretta pensando che stasera, che vorrei far festa, sarò cotto. E così mi ritrovai al bar a bere vino bianco e guardarmi attorno in cerca di ispirazione; possibile che in giro ci siano solo vecchi e gay? (niente contro i gay è solo una constatazione del momento). Dove sono tutte le ragazze? (dei ragazzi non me lo chiedo, non mi interessa. È comunque possibile che le due cose siano correlate). È possibile che solo io, e appunto quel gruppo di gay, che si diverte a bere vino bianco dal frigo alle 10 del mattino? Che fine hanno fatto quei ragazzi che si ubriacavano da mattina a sera? È già tramontata la mia generazione?

Cap. 4 Riflessioni

Qualcosa di buono ha tutto questo: ho il tempo di scrivere! È vero ho le balle girate e sono in preda all’alcool, quindi scriverò minchiate, ma perlomeno scrivo. E se non fosse per i gruppi di ragazzine asiatiche (solo alcune nei vari gruppi/clan) sarebbe deprimente. Ah che nervoso, ah che rabbia non essere il tipo che abborda una ragazza per farsela nel cesso dell’aeroporto! Queste ragazzine asiatiche hanno il loro fascino, forse perché sembrano più giovani di quanto sono o perché hanno quell’espressione innocente sul viso che col giusto temperamento ti istiga tanta di quella violenza sessuale fino a lasciarti esausto e felice. Sapessi parlare la loro lingua ed avessi qualche banconota da sventolare… potrebbero essere dieci ore di attesa fantastiche!

Cap. 5 Constatazioni

Le cose cominciano a mettersi male/bene. Sono le 12.20, stavo andando al cesso e ho constatato di ondeggiare tremendamente! Forse è il caso di mangiare qualcosa, ridurre il consumo di alcool non rientra nelle opzioni. Mi sento tanto come a militare, prima aspettavo senza nulla da fare e ora che so che il mio gate è dall’altra parte dell’aeroporto devo correre per arrivarci, sono le 12.50 e l’”aperitivo” comincia a fare effetto.

Cap. 6 Nuovo posto abitudini nuove

Sono le 15.30 e sono a Francoforte. Il mio alcoolismo subisce una brusca frenata: sul volo ho dormito tutto il tempo e siccome sono diretto dalla Svizzera verso Londra non ho euro per carburare, ma forse è meglio così. Rivedo sempre le stesse persone attorno a me. Compagni d’odissea eppure i più puri degli sconosciuti. Mi sento come un maniaco nel mio involontario pedinamento, ma nessuno bada a me mentre ammiro le giovani asiatiche. L’effetto dell’alcool è perlopiù svanito, perciò non so se riuscirò a dormire.

Cap. 7 Conclusione

Sono finalmente sull’aereo per Londra, l’odissea si sta per concludere. Fortuna che le hostess servono vino gratis, ma solo un bicchiere, di più è a pagamento. Questo mi permette di sopravvivere un'altra ora di viaggio. Cercherò di dormire e sognare una bella pinta di birra fresca a Londra. Stasera festa!


Annotazioni

Vale la pena aggiungere le condizioni meteorologiche: Bellinzona parzialmente soleggiato 23°C. Zurigo soleggiato 20°C. Francoforte parzialmente soleggiato 18 °C. Londra nuvoloso con pioggia 8°C.

Ottima scelta per le vacanze primaverili!

venerdì 27 aprile 2012

Tu

E tu sei di nuovo lì a ridere di me
Della sfortuna che sempre mi assilla quando ci sei te
E nel tentativo di ignorarti faccio ancora più il tuo gioco
Perché sai che mi manchi, ma non lo ammetterei neanche col fuoco
Gioisci della mia sventura e denigri i miei successi
Ogni passo mio è falso trascinandomi  negli eccessi

Ma alla fine non sono io che piango
Perché le parole non le rimangio
Anche se dovrò morire nel fango
Senza di te ora mi arrangio

E tu non sei più lì a ridere di me
Della sfortuna la colpa non eri solo te
Perlomeno mi manchi meno
E ai miei vizzi ho posto un freno

giovedì 5 aprile 2012

Mens sana in corpore sano

Tutto converge nella stessa direzione: bisogna prendersi tempo per le cose, soprattutto per se stessi.
È inutile cercare di fare un cambiamento in una cosa quando si è impegnati in un'altra.
Il problema è volere risultati senza pagarne il prezzo, ed il prezzo è il tempo.
Il malvagio tranello sta nell’abbondanza di opzioni che ti acceca la ragione inducendoti alla via più semplice.
Le persone perse per le strade facili sono frustrate dalla propria inerzia e gelose dei progressi altrui.
Ma pur di non ammettere i propri errori inducono altri all’oblio di una vita mal spesa.
Facendoli credere che il tempo non ha valore e li inducono a perderne con cose effimere.
Ma nulla vale come il tempo che si dedica a se stessi. Alla coltivazione dei propri interessi e all’arricchimento della propria persona. Queste sono le uniche cose degne d’impegno.
Il resto è sprecato. Inutile ed obsoleto nonché dannoso alla salute psicofisica della persona.
Ma è difficile. Come tutte le cose buone e sagge hanno bisogno di energia per essere raggiunte.
Energia che oggigiorno pochi sanno di possedere oppure non sanno stimolarsi abbastanza per attivarla.
Ho già sprecato troppo tempo a volere delle cose che stavano al di là delle mie attuali capacità.
Il tempo stringe e mi sferza ad allungare il passo, ma i grandi balzi mi smarriranno nel labirinto della vita.

venerdì 23 marzo 2012

Esausto

Troppi impegni, troppi doveri
Che stanchezza che mi opprime
Voglio tutto ma non raggiungo niente
La mia energia persa, dissipata
Troppi obiettivi contrastanti
Solo la volontà mi tiene vivo
Prima che crollo in un sono agitato
Turbato dalla mancanza di tempo
Interrotto  dai doveri che chiamano
Corro fino allo stremo
Scappando dall’inerzia
Mio dolce ozio
Sdraiato all’ombra di un pigro Sole

martedì 20 marzo 2012

Castello

Una gelida brezza ti accarezza il volto
La pelle d’oca si spande su tutto il tuo corpo
Le stelle si riflettono nei tuoi occhi brillanti
E la luna profila il tuo corpo nell’oscurità
Ai piedi del castello in cima al monte
Torreggiamo sulla valle illuminata da mille lampioni
Io ho voglia di te e tu mi concedi il tuo favore
Allungo la mia mano e scivolo sotto la tua gonna
Come un ladro sfioro il tuo umido tesoro
Una promessa di sfida nel tuo sorriso
Mentre lentamente affondo dentro di te
I nostri respiri si fan profondi nell’aria fredda
I muscoli si tendono prima di rilassarsi
Come uno spasmo prima di morire

mercoledì 14 marzo 2012

Non sento nulla

Non sento il mio cuore che batte
Non sento l’odore della rovina
Non sento l’aspro sapore della sconfitta
Non sento le ferite che non si rimarginano
Non sento la solitudine che mi circonda
Non sento le grida urgenti in lontananza
Non sento il tuo sordo bussare alla porta
Non sento il dolore del cuore che muore
Non sento…
Non voglio…
sentire la tristezza dentro di me
di una vita senza di te

giovedì 8 marzo 2012

Felice festa della donna (un po' di politica...)

Sono più di 100 anni che si festeggia la giornata della donna, e in questo lasso di tempo i diritti delle donne sono cresciuti, non senza difficoltà, fino ad ottenere il diritto di voto (in Svizzera solo nel 1971). Ma la strada è ancora lunga per quanto riguarda il diritto al lavoro. Gli stipendi mostrano chiaramente una discriminazione in seno alle donne e anche la possibilità di carriera per una donna è spesso inferiore rispetto a quella di un uomo. Dove sta quindi la tanto decantata parità dei sessi?

Alcuni motivano la disparità per il fatto che le donne beneficiano di maternità e che quindi il datore di lavoro deve ridurre il rischio abbassandone il costo salariale. Ma, innanzitutto, anche gli uomini stanno via, anzi, vengono costretti a stare via, per parecchi mesi per andare a militare o a fare protezione civile. In più, i corsi ripetizione, che durano diverse settimane, si perpetuano negl’anni; le madri non mancano così tanto!

Quindi da dove arriva veramente questa disparità? Ci sono i soliti furbi economisti che motivano dicendo che dare alla donna lo stesso stipendio di un uomo provocherebbe dei costi miliardari alla Confederazione e che le piccole e medie aziende rischierebbero il fallimento se dovessero addossarsi questi costi supplementari.

Quindi non abbiamo alternativa che dire sì? Sostenere questa spirale della società di 2° classe dove si calpestano i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, che devono accontentarsi di quello che c’è, per salvaguardare l’economia Elvetica? Io penso che è giunta l’ora di tuffarsi nell’acqua fredda verso il progresso sociale!

lunedì 5 marzo 2012

Fantasma

Sei ancora qui?
Presenza svanita
Ma attaccata alla vita

Mi stai osservando?
Conosci i miei passi
Sono tuoi questi massi?

Cosa vuoi ancora?
Per me eri morta
E ti chiudo la porta

giovedì 23 febbraio 2012

Caduta libera

Nei miei momenti di crisi
Scoperei qualunque cosa
Anche te, donna che leggi
Il tormento dell’insoddisfazione
Troppo sesso per una singola persona
Troppo poco per colmare i desideri
Niente qualità, niente soddisfazione
Solo morbosa depravazione
Nessun piacere, nessuna felicità
Solo la demotivante necessità
Qualunque cosa, qualunque modo
Basta bruciare

Spremi

Che bel culetto
Voglia anale
Che morbide labbra
Voglia orale
Che fighettina
Voglia vaginale
Che belle tette
Voglia spagnola
Che bella visino
Voglia facciale
Che belle gambe

Cazzo! Ho finito lo sperma!

Vampiro

Povera donna tu che m’incontri
Mi offrirai di tutto
Ma non mi sazierai mai
Io voglio solo usarti
Lentamente consumarti
Se potessi, fino ucciderti
Ma la disperazione è solo mia
Un morto che divora vita

lunedì 13 febbraio 2012

Illusioni

Ho imparato nella vita che bisogna vivere
Io mi sento veramente vivo solo nel sesso
Lo so, ho un problema maniacale serio
Ma la mia ragazza mi capisce e mi soddisfa
Io la rispetto, per quanto l’egoismo mi permette
Il mio cuore morto e congelato brama d’amarla
Ma è troppo martoriato per osare un sentimento
Non ho alternative che continuare la mia ricerca
Una ricerca autodistruttiva di libertà e vita
Una ricerca di sesso, l’illusione di intimo scambio
Un illusione d’amore, un illusione di vita

giovedì 26 gennaio 2012

Zombie

Ti avevo ucciso e sepolto
In fondo al mio cuore morto
Forse non dimenticata
Perlomeno abbandonata

Ora torni come uno zombie
Orrenda, ripugnante, amante?
No, solo una peste mortale
Ingannevole traditrice

Non consumata nel rogo della mia disperazione
Ancora viva orrendamente sfregiata
Brami vendetta al mio sangue
Ma non morirò nella tua trappola

mercoledì 11 gennaio 2012

Natura

La bellezza svanisce, eppure:
Natura, il richiamo dell’estetica.
Il fascino che attira.
Oblia l’intelletto per delle tette,
una bella pancia, stupendi fianchi,
gambe lunghe ed un culo sodo.
Occhi vacui ma viso grazioso,
lineamenti perfetti ed un sorriso.
Grossa erezione, errore vano!
Solo un oggetto, niente contenuto;
terra arida per idee brillanti,
solo carnalità e superficialità.
Così inutile, così irresistibile!
Futuri incerti per destini certi;
una barca in balia della tempesta.

Quo vadis? (II)

Pensieri vanno e vengono
Ma nulla rimane
Come un vortice l’oblio tutto risucchia
La vita sono i miei ricordi
Ma nulla li trattiene dalla rovina
Perso nell’immobilità del futile
Non trovo più ragione
Lentamente si sgretolano le conquiste
Rese vane dalle priorità cambiate
Assetato di un mare imbevibile
Morirò annegato nei miei pensieri

Fiume

Voglia di travolgerti
Il mio corpo si tende
Le mie dita si contorcono
La mia vista si aguzza
Il mio cuore pompa adrenalina
Ti guardo e sei preda

 Come fiume in piena
Ti travolgo
Ti isolo
Ti lacero
Ti spoglio
Nella mia passione
Ti annego

Cosa voglio

Mia amica cara
Nulla più del sesso
Ma io voglio di più

 Il calore dell’amore
Il sollievo dell’unione
Non dormire eppure riposati
Vivere non frustrati
Guardarti e gioire
D’innocenza morire

 Niente brama
Niente follia
Solo amore

Probabilmente

Ancora una volta nel Gottardo
Ancora una volta nel treno
Ancora una volta coi dubbi

 Certezze non esistono
Ci sono solo probabilità
Però la statistica è manipolabile e di parte
Non esiste nulla di affidabile
Solo la speranza permane
Ma probabilmente è mal riposta

Vestita di nero

I tempo passa
Ed il tuo seno sale e scende
Al ritmo del tuo calmo respiro
Picchietti il piede seguendo la musica
Guardi annoiata paesaggi montani
Aspetti paziente il tuo turno di vivere
Un ora passa e sei ancora lì
Un'altra e c’est fini