venerdì 29 maggio 2009

Sonetto n°2

Lacrime mi solcano il volto
Tutto il destino m’ha tolto
Vorrei non provare più niente
Ne gioia ne dolore non pente
Troppo fragili le mie fondamenta
Che ogni scossa tormenta
Colgo un fiore che mi fa gioire
Lo solo per vederlo appassire
Le mie mani m’hanno tradito
La nube oscura m’ha seguito
Anelo solo ancora il sonno
Giocare a carte con mio nonno

mercoledì 27 maggio 2009

Occhi bendati

Il rumore dello sfilarsi di vestiti.
Un fruscio di chi s’avvicina sul letto.
La brezza di un respiro sulla pelle.
Rabbrividisci e sorridi.
Non mi vedi ma mi percepisci.
Una carezza sulla guancia
lentamente scende dal collo
fino lambire il tuo morbido seno.
Uno spostamento improvviso, ti rubo un bacio.
Le tue labbra m’inseguono desiderose
ma si perdono subito nell’ignoto che ti circonda.
Senti però il mio respiro d’innanzi e ti fermi.
Ti mordi il labbro intriso del mio sapore.
Se non ti avessi legato i polsi dietro la schiena
tenderesti una mano per cercarmi.
In ginocchio tra i cuscini
ti devi fidare della mia parola;
tutto dipende dalla mia volontà.
Il mio sorriso felice ti si cela.
T’osservo e ti studio.
La liscia pelle lattea costellata dai nei.
Il tuo corpo spoglio mi si offre indifeso,
inerme contro il mio oscuro potenziale.
Ma sai che legata sei sicura;
mai violerei gli accordi pattuiti.
“Grazie per la fiducia” penso sincero.
Ti cingo la vita e ti bacio.
I brividi s’insinuano al mio tocco.
La passione cresce inebriandoci, trascinandoci,
togliendoci ogni dubbio, ogni paura.
Dissipando la nostra stanchezza.
Vivi, con i sensi attivi.
Anche se bendata sai dove sono
e mi cerchi sporgendoti verso di me.
Le mie braccia t’accolgono come una fortezza.
Tu circondata da me mi baci con ardore.
Le mie mani mappano il tuo corpo
scoprendo ogni segreto celasse,
scorgendo così tutti i tuoi punti sensibili.
Ormai non riesco quasi più a controllarmi
La mia passione tumultuosa prende il soppravvento;
t’azzanno alla gola come un predatore la sua preda
Nei miei occhi scintilla una lama di un coltello.
Con un abile taglio ti libero dai tuoi legami.

Ora non sei più indifesa, ed io, vincolato.

lunedì 18 maggio 2009

Sangue

Sangue! Sangue! Sangue!
il tuo fragile corpo trema
ti trafiggo con lo sguardo
non opponi resistenza
tu sei sola e mia
respiro il lezzo della tua paura
ma vedo nei tuoi occhi la voglia
il luccichio che tanto amo
curvi le labbra in un sorriso
ma lo celi subito dietro la maschera
ricambio e apro l’inferno
non hai scampo,e non lo desideri
io sono il signore tuo dio
tu ti sottometti grata d’ogni carezza
ma non disdegni la punizione
t’infliggo il purgatorio che tanto ambisci
non voglio sapere e tu parlare
uniti nel piacere e nel dolore
un legame forte ed altrettanto fragile
dura tutta una notte, ma non il mattino
tu te ne vai soddisfatta ed in pace
ed io ti osservo con occhi gelidi
ma carichi di nostalgia

martedì 5 maggio 2009

Atto ultimo

Mi sono sempre rimpianto di non aver passioni
Qualcosa a cui mi dedico intensamente
Che tutto ciò che mi circonda mi passa inosservato
Mi sbagliavo! Basta sentirmi parlare
Il mio lavoro, la storia o ciò che scrivo
Sono solo alcuni esempi dove metto passione ovunque
Non dovrei neanche lamentarmi di non far abbastanza
Perché invece faccio tutto quello che sono in grado di fare
E confrontandomi m’accorgo che è molto più d’altri
Vivo la mia vita intensa e colgo ciò che altri ignorano
A Barcellona devo la liberazione dalle mie catene

Atto ottavo

Ho sempre pensato che fosse lei debole
E se invece fossi stato io a sbagliare?

Ora non so più, ma forse lei mi lasciava vincere
Ch’io credevo che solo s’arrendeva
Vedo ora che forte non sono, ma allora?
Quando fui con lei avrei potuto spostare monti
Ma lei non me l’ha mai chiesto ed io oziavo
Se il mio disprezzo risultasse infondato?
No, non lo è; mi ha sempre trattenuto
Non aveva mai mostrato iniziativa

Solo le incognite ancora mi rodono:
e sono dovute al fatto che con me non si confidava
Non ho mai saputo cosa pensasse
Anche il fatto che non m’amasse più
L’ho saputo con mesi di ritardo

Forse eravamo entrambi troppo deboli, per andare avanti
Forse la nostra relazione così intensa richiedeva troppa energia ad entrambi

Atto settimo

Mi assicurano che troverò una ragazza
Quando non n’avrò più bisogno per colmarmi
Cioè quando sarò felice di starmene da solo

Mi dico: cosa c’è di bello in questo?
Significa che non si cresce insieme
Che ognuno ha già raggiunto il suo equilibrio

Due anime che si uniscono per rimaner separate
Assurdo! È come prendere un cavatappi
Quando la bottiglia è ormai aperta

Se le cose si fanno insieme
La relazione è più intima
Stretta, salda e duratura

Perché così ci si fida a vicenda
Che quando sorge un problema
Ci si può aiutare ad affrontarli

Atto sesto

Devo piantarla di piangermi addosso
Altrimenti annegherò nelle mie lacrime
Ma non riesco a fare altrimenti
Forse ero io quello debole oppure entrambi?

Dovrei proprio piantarla di rammaricarmi
D’altronde so cosa voglio
E so che quel che avevo non lo era
Eppure mi sento così perso

Un pesce fuor d’acqua
Si trovi più a suo agio
Che corro verso la fortuna
E prima d’afferrarla, si blocca

Atto quinto

Forse vedere un po’ di sangue mi farebbe star meglio
Ma purtroppo non sono in grado di recare male alcuno
Forse dovrei far sgorgare un po’ del mio nettare!
Ammirarlo, rubino brillante, assaporarne il gusto

Tralasciando gli scherzi, a volte ci penso veramente
Lo ammetto; vivo chiuso nel mio piccolo mondo
Quello reale è per me inconcepibilmente irraggiungibile
Eppure mi basterebbe una saggia guida al fianco

Lo so, giro sempre in torno alla stessa cosa
Peggio ancora, me ne faccio una colpa
Mi dicono di non pensarci troppo, ma
Lo faccio e mi isolo solo ancora di più


Dove sbaglio? Esco tutte le sere vado a tutte le feste eppure non conosco nessuno…

Atto quarto

Al momento vago senza scopo
Quel poco che avevo si è dissolto
So che non era il meglio ma m’accontentavo
Ed ora in una spirale di solitaria tristezza

Ogni tanto riesco ad uscirci
Poi un ricordo mi ributta dentro
Io non chiedo tanto dalla vita;
qualcuno che mi ama così come sono!

Lo so che non è così facile,
io non sono come gli altri
anche se ci provo non ce la faccio
eppure potrei essere ambito!

Atto terzo

Cosa ho paura di perdere se rischio?
La facci? L’onore? La possibilità!
Se ci provo e va male so di aver sbagliato
Ma è vero? D’altronde non dipende tutto da me

Forse sono troppo selettivo con le donne
Se non hanno il luccichio negl’occhi…
Non riesco a provarci senza sentirmi in colpa
E se l’hanno non vorrei perderle!

Mondo crudele! Dio ancor di più!
Come fa ad avermi donato tanti talenti
Se alla fine non m’aiutano da uscire dalla solitudine
Ho così tanto da offrire, ma niente per conquistare!

Atto secondo

È reale ciò che mi circonda?
Spero che non lo sia; troppo il male
Come fa un uomo a vivere così?
Come fa ad aver perso ogni speranza?

Perchè non combatte allora?
Tanto non ha più nulla da perdere!
O hai paura di morire?
Cosa nascondi sotto la tua maschera?

Il giudizio ti raggiungerà prima o poi
Perché quindi prolungare l’inutile agonia
Metti il tuo cuore in pace ora
E vai verso il tuo meritato destino!

Atto primo

Trasudo incertezza e spossatezza
E le donne lo fiutano e mi evitano
Come faccio a trovare qualcuna così?
Ch’io non son neanche impacciato

La mia forza deriva dalla consapevolezza
Dal sostegno di chi mi sta attorno
Strano; son sempre stato un lupo solitario
Ed ora non sono più nulla da solo

Cosa posso fare per riacquistare fiducia in me?
Forse dovrei semplicemente rischiare di più
Rischiare di uscire dalle mie difese!
Possibile che sono un tale codardo?

Pioggia di Barcellona

Cammino sotto la piaggia di Barcellona
Vorrei godermi questo sublime momento
Ma la pioggia mi tormenta di ricordi
A te piace ed ora non lo sento più mio

Troppo simile sono a Werther che morì
Per amore e passione che s’accumulavano
Fino a farlo esplodere nella disperazione
Tristezza e frustrazione della solitudine

Non riesco a mollare la vecchia vita
Troppo ci tenevo a tutti quegli sbagli
Quelle solite prevedibili lamentele
Odio doverlo ammettere; temo l’ignoto

Sesso

Su di me sfoga la tua ira
Finché a buon animo vira
Inebriata dall’acre odore
Di bollente mio sudore

Graffi, morsi e schiaffi
Sempre più di me arraffi
Il culmine non t’interessa
Vuoi andar oltre te stessa

Lasci il tuo corpo al suo destino
Mentre ti volgi al tuo declino
La tua anima dal corpo si leva
Ed ardentemente al mio si lega

Passato e futuro

Ho avuto il più grande degli amori
Ed ora sono arrabbiato perché finita
Ma devo mutare la mia tristezza in gioia
Siccome concessomi un amore così intenso

Ora non devo neanche chiudermi per esso
Ciò che è stato non tornerà mai pari
Se mai il mio cuore riprenderà a batter forte
Sarà diverso, completamente differente

lunedì 4 maggio 2009

L'indomani

Pensiero rallentato
Stomaco scombussolato
Lenta gira la testa
Ho fatto troppa festa
Agognosa attesa
Durante la ripresa
Devo ben respirare
Per non vomitare

Sera di primavera

C'è odore di temporale nell'aria
Frammisto alla fragranza di fiori
Il vento soffia impetuoso
Scompigliandomi i capelli

Le onde frustate dal vento s'infrangono
Sull'irremovibile scogliera su cui siedo
Inondandomi ad ogni impatto
Del gelido liquido da cui tutto inizia

Manca la pioggia sussurrai
Dietro di me un albero s'incrina al vento
Poi, dal nulla, uno squarcio divide il cielo
Ne seguì il silenzio