La gente
non vuole realmente conoscere la verità; si limitano a colmare la loro
curiosità. Risposte facili, mezze verità o eclatanti bugie. Non importa; il
flusso d’informazione, come un fiume in piena, trascina via l’attenzione e le
riporta su banalità.
È inutile
incallirsi su di un argomento. Domani non è più d’attualità e dopodomani sarà
dimenticato. Eppure chi subisce continua a subire. La compassione è un’ipocrita
Idra che si ciba d’infelicità. È un’illusione credere che donando una qualsiasi
cosa si possa risolvere un problema. Certo, attutisce il dolore degli oppressi,
ma non ne rimuove la causa. Ed è proprio la ricerca della causa che ci viene
negata, o meglio, annegata, dal fiume d’informazione che ci sommerge.
Ma la
risposta è in noi, perché ognuno di noi, se è onesto, sa discernere tra il bene
ed il male. Il senso critico non va rivolto solo verso gli altri. È necessario
mettersi in discussione costantemente se si vuole cambiare il mondo, perché il
mondo siamo noi! È quindi indispensabile rendersi conto delle proprie
responsabilità, in tutti gli ambiti della vita. Perché la responsabilizzazione è
la presa di coscienza dei problemi. Solo conoscendo i problemi si possono
trovare le soluzioni.
È qui però,
che anch’io devo andare oltre:
“Sono le azioni che contano. I nostri
pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non
vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo“ Mahatma Gandhi